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Pubblicazione del  
19/3/2025

Mantova, è un punto che non basta

Pareggio acciuffato sul finale con la Juve Stabia. Continua il digiuno di vittorie

Giornata ventotto. Mantova – Juve Stabia finisce in parità. Un 1 a 1 che soddisfa molto di più i campani, ormai sicuri della salvezza e proiettati verso il sogno playoff. Per i biancorossi, invece, è un punto che serve a poco e che allunga la striscia di gare senza vittorie.

La partita

Pomeriggio primaverile al “Martelli”, accompagnato da un tifo sempre encomiabile. Possanzini propone un attacco formato dal trio Bragantini – Mancuso – Mensah. L’obiettivo sarebbe cercare più pericolosità in fase offensiva, ma lo svolgimento della partita rivela ben altro. Nel primo tempo, infatti, il Mantova crea poche occasioni da gol, affidandosi al rodato(ma, ormai, prevedibile) schema che prevede di dare palla a Mensah, per poi sperare di far salire la squadra. La difesa della Juve Stabia non abbocca, così per i centravanti biancorossi non ci sono palloni giocabili. Gli ospiti, al netto di un atteggiamento timido, mostrano una qualità superiore nel palleggio, dimostrando di meritare il settimo posto in classifica.

Dopo un primo tempo scialbo e monotono, ci si aspetta che il Mantova aggredisca l’inizio della ripresa. Invece, accade il contrario. Passano pochi minuti e il difensore Solini regala all’avversario Mosti un prelibato assist, che il giocatore campano non spreca. Festa battuto, biancorossi in svantaggio. Pare di assistere alla replica della sfida persa in casa col Bari. L’atteggiamento è simile: poca grinta, poca qualità, poche idee. A metà della ripresa, Possanzini decide di cambiare e inserisce De Benedetti, Aramu e Paoletti. Le sostituzioni portano un po’ di coraggio in più, che porta il Mantova ad affacciarsi dalle parti della porta ospite. Al minuto 80, i biancorossi battono un calcio d’angolo. In mezzo alle maglie spunta la testa di Matteo Solini, che con uno stacco imperioso trafigge il portiere stabiese. All’improvviso, nel momento più difficile, è arrivato il pareggio. Si compie, così, la metamorfosi di Solini, passato in un istante da colpevole ad eroe di giornata. Il calcio, talvolta, sa offrire una seconda possibilità.

Sul risultato di parità, a dieci minuti dalla fine, il Mantova prova a seguire la scia dell’entusiasmo e a raggiungere il gol della vittoria. L’occasione più ghiotta capita a Fiori, che però spedisce il pallone fuori da buona posizione. Nulla di fatto. L’arbitro fischia tre volte e mandale squadre negli spogliatoi con un pareggio giusto, ma incolore (soprattutto per i padroni di casa).

 

Il giudizio

Serviva una scossa, invece il quadro clinico del Mantova si è confermato piatto, privo di sussulti, ad eccezione del moto d’orgoglio finale. La situazione resta critica, non tanto per la classifica (mancano ancora nove giornate e la distanza dalla zona salvezza è minima),quanto per ciò che si vede in campo. Dopo un brillante e sorprendente inizio di stagione, i biancorossi hanno iniziato un lento declino, o forse sarebbe più corretto parlare di ridimensionamento. La rosa allestita non si sta dimostrando all’altezza delle aspettative, o forse l’errore sta a monte, nelle parole dichi ne esaltava il valore, parlando di salvezza tranquilla e di sogno playoff.

Svanito l’effetto sorpresa, le avversarie hanno preso le misure e l’allenatore non si è rivelato in grado di cambiare spartito. Il rischio, a questo punto, è di vanificare quanto di buono è stato fatto lo scorso anno. D’altronde, non è mai semplice gestire le montagne russe, come quelle vissute da un Mantova che, nell’arco di un anno, è passato dal baratro della D al paradiso della B. Eccezionale il lavoro svolto da presidente, direttore sportivo e allenatore. Tuttavia, non si può vivere di sola gratitudine. Altrimenti sulla panchina del Mantova siederebbe ancora Mimmo Di Carlo, che contro la Juve Stabia era sì allo stadio, ma sugli spalti come un tifoso qualunque. La gratitudine eccessiva, dunque, può rivelarsi un’arma adoppio taglio. Basti pensare alla nazionale del 1986, confermata in blocco dopo il mondiale vinto quattro anni prima, eppure eliminata agli ottavi di finale. Anche i giganti, come Bearzot, possono commettere errori del genere.

Ecco perché, allo stato attuale, urge un cambiamento. Se non si cambia nulla, lo spettro della retrocessione rischia di materializzarsi. L’unico modo per non imboccare la via del naufragio è fare una scelta forte. Non è da escludere nulla, nemmeno un avvicendamento sulla panchina. Valutazioni che spetteranno al presidente Piccoli. Nel frattempo, la prossima giornata presenta un Pisa – Mantova da brividi (sabato 15 marzo, ore17.15).  I toscani sono secondi in classifica e veleggiano verso la serie A. Sulla carta, è una sfida proibitiva. Ma il Mantova è obbligato a far punti, per non continuare la sua catabasi.

 

 

 

 

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
14/3/2025
Francesco Raffanini