Nonostante i rattoppi, Corso Vittorio Emanuele continua ad avere zone dissestate
Ingresso antico. Corredi architettonici. Qui Mantova si apre al mondo. Sullo sfondo la magia del Teatro Sociale. Poco più avanti il centro. Con la sua storia. Passaggio sterrato trasformato nei secoli. Diventato corso. Intitolato a Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Tuttavia, per il popolo è: Pradella. Riferimento alla Porta d’accesso. Quella che c’era. I suoi frammenti in marmo “riposano” sul rondò. Laddove proprio sorgeva. Scempio, tra i tanti, di epoche che puntavano alla(ingannevole) modernità. Non più carrozze trainate da cavalli. Stop ai binari del tram. Lingua d’asfalto? Esclusa. Allora cubetti in porfido sopra uno strato di cemento. Sampietrini collocati manualmente. Artigianalità espressa nei dettagli del disegno da comporre.
Passano i tempi. Il mondo corre. Sulle due e sulle quattro ruote. C’è da fare i conti con un’invadente realtà: traffico. Fondo stradale stressato. Sottoservizi, necessari per la vita quotidiana dei cittadini, finiscono in sofferenza.
I cubetti non reggono. Si scompongono. Diventano infernali per chi viaggia lì sopra. Un su e giù ballerino per automobilisti, corrieristi, scooteristi, ciclisti. Come provvedere? L’Amministrazione Palazzi non rimane sorda e cieca. Interviene.
Nell’immenso e interminabile bagaglio di progetti per sistemazioni urbanistiche di piazze, vie, giardini, Pradella è al centro.
Partono i lavori di sistemazione. Non solo per il fondo stradale, bensì curatela generale per una visione nuova. Ispirandosi al concetto, sin troppo ambizioso, di boulevard parigino. Rivoluzione del tracciato. Restano le due corsie per il traffico in entrata e uscita, ma più strette. Vengono ampliati i marciapiedi. Si collocano panchine in legno e fioriere. Spaziosa pista ciclabile che collega piazza Cavallotti con Porta Pradella. Lunghi mesi di cantiere tra il 2016 e il 2019. Disagi da sopportare. Confidando che si concretizzi il mantra dell’Amministrazione comunale: “Pradella Si Fa Bella”.
Ecco che sabato 6 aprile 2019 sul rinnovato corso sfilano banda, autorità, cittadini. I bambini si divertono sui gonfiabili. Per il sindaco Palazzi la prima grande e maestosa opera del suo mandato.
Tutto bello? Proprio no, perché a distanza di soli 5 anni il fondo stradale è tornato al vecchio problema. Pavimentazione con numerosi avvallamenti, buche, dissesti. Pradella bella balla. Necessario fare qualche cosa. Da luglio ad agosto 2024 spunta il cantiere per mettere delle pezze.
Si tratta di sistemare i sampietrini. Risultato? A poco meno di un anno, marzo 2025, la situazione è peggiorata. Insomma, la pezza è peggio del buco.
Le sconnessioni diventano patologiche. Il Comune dovrebbe chiedere i danni a chi non è riuscito a garantire un’adeguata sistemazione. Sin da subito si erano registrati problemi di avvallamenti, giustificati dal settore lavori pubblici come gole di scolo per le acque meteoriche. Evidentemente c’è anche qualche problema in più.