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6/3/2025

Palazzo Te compie 500 anni. Le celebrazioni

Cinque secoli fa nasceva la reggia gonzaghesca, frutto del genio di Giulio Romano e di Federico II

      

Palazzo Te nel cuore di Mantova. Palazzo Te ombelico del mondo. Villa rinascimentale costruita tra il 1525 e il 1535 su commissione del marchese Federico II Gonzaga. Senza dubbio l’opera più conosciuta e celebrata dell’architetto Giulio Pippi Romano. Dalla fine degli anni Settanta a oggi  numerosi interventi di restauro. Innumerevoli iniziative per collocare il Palazzo al centro dell’arte e della cultura del passato e di quelle della contemporaneità. Patrimonio del Comune, gestito dopo la grande mostra del 1989 - dedicata a Giulio - dapprima dal Centro Internazionale Te e adesso dalla Fondazione. Tempo di celebrare i 500 anni dello straordinario gioiello. Ricorrenza sottolineata dal presidente Enrico Voceri e dal direttore Stefano Baia Curioni così: “Una delle più celebri opere d’arte e di architettura del Rinascimento italiano rinnova la sua vocazione a luogo di ispirazione, formazione e creatività”.

 

Presentazione

 

Ed ecco che, nell’aula consiliare del Comune si snocciola il programma di un anno di iniziative, con riallestimenti, importanti prestiti da Museo del Louvre, Albertina, Prado, Galleria Borghese e Uffizi, oltre a un’opera filmica dell’artista britannico Isaac Julien, nuovi restauri, illuminazioni e rifunzionalizzazioni, enfatizzando la forza immaginifica di questo  percorso monumentale.

Fondazione Te e Amministrazione comunale tracciano il percorso riassumendo così: dal 29 marzo 2025 Palazzo Te si mostra come non è mai stato visto.

Note esplicative che documentano e tendono a celebrare il Cinquecentenario di un luogo di meraviglia, nato dal genio di Giulio Romano e dall’ascesa di Federico II Gonzaga: due giovani uomini capaci, all’inizio del XVI secolo, di condensare nel loro impegno la gloria del passato e una grandezza futura. Lo faranno immaginando e realizzando Palazzo Te per raccontare un sogno fatto di trasformazioni, pace, eroismo, erotismo e che ancora oggi affascina il pubblico di tutto il mondo.

Rammemorazione

 “Palazzo Te riverbera una dimensione utopica, che costituisce un segnale straordinario nella transizione culturale e politica del suo tempo e risuona potentemente nella contemporaneità – sottolinea Stefano Baia Curioni -Questo luogo, proprio per la sua valenza simbolica ormai fortemente sedimentata, è “patrimonio” di tante diverse comunità.  È rammemorazione, ma anche scoperta, che risuona da lontano e parla al presente. E il racconto, fondamentale, che esso propone è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio”.

 Nella corposa narrazione si aggiunge che la straordinarietà di Palazzo Te si presenta come un unicum nella storia delle committenze gonzaghesche e delle realizzazioni di Giulio Romano: iniziato nel 1525 e concluso nel 1535, luogo di corte, intimità e festa, il palazzo ospita due volte l’imperatore Carlo V e, per la sua magnificenza, accompagna la nomina del Gonzaga a Duca. La sua architettura, intercalata a pittura e letteratura, disegna un luogo in cui le drammatiche trasformazioni politiche del tempo si rispecchiano in un’agenda umanistica e politica.

Wunderkammer

 

In questo Palazzo-Wunderkammer l’omaggio all’Antico e la reverenza per il Gonzaga si intrecciano in uno spartito colto e raffinatissimo di rimandi letterari e mitologici, sapientemente pensati per provocare meraviglia. Due narrazioni spiccano sulle altre, dando vita a due opere immortali di Giulio Romano: la camera angolare con la Favola di Amore e Psiche, e quella dedicata alla Caduta dei Giganti, entrambe ormai entrate nell’immaginario visivo universale.

Negli ultimi anni la Fondazione Palazzo Te si è confrontata con la volontà di rendere il Palazzo un centro di studio e produzione che guarda al contemporaneo. In questo senso il tema delle Metamorfosi ovidiane e quello del rapporto con la Natura si sono rivelati una lente efficace per articolare delle proposte culturali capaci di enfatizzare la straordinarietà di questi capolavori, ma anche di rinnovare lo sguardo parlando all’oggi e raccogliendo il testimone di laboratorio di idee e bellezza delle sue origini. Tanto che oggi la Villa si apre e si confronta tra passato e presente.

Programma

 

Il ricco programma di eventi inizia sabato 29 marzo con il riallestimento delle sale introduttive, con una nuova contestualizzazione della narrativa del percorso di visita, arricchito da una selezione di capolavori del Rinascimento. Con prestiti da Museo del Louvre, Albertina di Vienna, Museo del Prado, Galleria Borghese e Uffizi, l’esposizione Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, curata da Claudia Cieri Via, è stata concepita in dialogo con gli affreschi del palazzo per esaltare il senso e l’importanza di Palazzo Te come opera d’arte totale e far emergere gli innumerevoli riferimenti che possono scaturire da una lettura più approfondita dei tanti temi che custodisce.

Un’esposizione curata nei dettagli che sarà articolata in diverse sezioni: Le favole di Ovidio; La ciclicità del tempo; Virtù, Eros e Potere; Eros, Ibridazioni e Sublimazione; L’ordine delle stelle; Superbia, Punizione e Violenza; Metamorfosi e Performances dell’arte nella natura; Dal caos al cosmo: L’Antico, la Storia, i Trionfi.

Il percorso espositivo presenta opere dello stesso Giulio Romano e di altri Maestri come Tintoretto, Correggio, Jacopo Zucchi, Rubens, Nicolas Poussin fino al contemporaneo Giuseppe Penone.

 

Ovidio

 

Il racconto ovidiano attraversa tutte le sale di Palazzo Te, a partire dall’Appartamento delle Metamorfosi, in questa occasione viene arricchito e sostenuto da opere importanti che ne sottolineano il percorso significante: dal caos delle origini del mondo alla dimensione temporale, dalla superbia degli uomini alla conseguente punizione da parte degli dèi, fino alla loro supremazia assoluta nella monumentale caduta dei Giganti, omaggio all’imperatore Carlo V e alle sue campagne diplomatiche e militari.

“La metamorfosi coinvolge anche la vita degli esseri umani, degli animali e delle piante, per arrivare a ibridazioni, deformazioni e cambiamenti ravvisabili anche nella letteratura e nell’arte contemporanea – dichiara Claudia Cieri Via, curatrice della mostra – In questa prospettiva, è stata scelta un’opera come Dafne di Giuseppe Penone, artista che lavora sulla materia vivente con vigore esemplare e totalizzante, così come rivelano le annotazioni poetico-filosofiche che accompagnano i suoi disegni”.

 

Calendario

 

Alla fine del 2025 Marco Balich e il Balich Wonder Studio proporranno al pubblico un labirinto negli spazi del Giardino dell’Esedra. Questo dedalo gonzaghesco vuole rappresentare un percorso fisico ma anche un viaggio metaforico e concettuale in cui mondi effimeri, specchi e trompe l’oeil, sfidano gli spettatori in un gioco tra finzione e limiti della percezione.

La programmazione include un fitto calendario – realizzato in collaborazione con istituzioni culturali e artisti del territorio – di concerti di musica classica e contemporanea, performance teatrali, spettacoli di danza, reading, residenze per artisti e laboratori didattici, declinati sul tema delle Metamorfosi.

Oltre alla riapertura delle Fruttiere, ci sarà la realizzazione di nuovi allestimenti per eventi, l’illuminazione del Giardino dell’Esedra, il restauro conservativo del soffitto ligneo della Camera di Amore e Psiche.

In autunno saranno disponibili tre aule seminariali per eventi e attività formative che potenzieranno le attività didattiche della Scuola di Palazzo Te.

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
February 28, 2025
Werther Gorni