Tavola rotonda al Sociale. Evento promosso da Forza Italia Giovani, per una città più aperta alla gioventù
Mantova, città d’arte e di cultura. Museo a cielo aperto. Patria di festival letterari, scientifici e culinari. Persino “città del sollievo”, come recita un cartello alle porte del centro urbano. Tanti complimenti, talvolta però conviene guardare anche l’altra faccia della medaglia, che racconta di una Mantova sempre più anziana, abbandonata da molti giovani. Dunque, Cenerentola o Bella addormentata? Il confine tra le fiabe non è sempre facile da tracciare.
Il ruolo dei giovani all’interno della città è stato al centro dell’incontro, organizzato da Forza Italia Giovani, che si è tenuto nel Foyer del Teatro Sociale. Al centro del tavolo dei relatori, cinque ragazzi di età compresa tra i 19 e i 27 anni, animati dalla volontà di far sentire la voce delle nuove generazioni ad una città che, troppo spesso, tende a rivolgersi soltanto agli adulti.
L’evento si apre con i saluti istituzionali di Michele Falcone (Segretario provinciale Forza Italia), che introduce tre parole-chiave di cui far tesoro: opportunità, innovazione e partecipazione. Gli fa eco la sua vice, Maria Elena Invernizzi (che ricopre anche il ruolo di Responsabile Azzurro Donna Lombardia): “Oggi siamo qui per fare ciò che la politica dovrebbe sempre mettere in pratica: ascoltare i giovani”. Invernizzi, inoltre, inizia ad entrare nel merito dei problemi che interessano Mantova: “Il tema della sicurezza e dell’ordine pubblico è urgente, se pensiamo a quanto sia rischioso camminare di sera in alcune zone della città. L’amministrazione comunale, però, non se ne sta occupando, preferendo alimentare polemiche con il centrodestra”. A tale proposito, la Vice segretaria chiarisce: “Noi di Forza Italia non andiamo in giro per cortei a gridare degli slogan; il nostro obiettivo è costruire un dialogo moderato”.
E dialogo sia. Sospinti dalle domande del moderatore, Werther Gorni, i giovani prendono la parola. Il primo a intervenire è Francesco Avanzini, diciannovenne studente dell’ultimo anno di liceo classico. L’anno prossimo, per lui, comincerà il percorso universitario, destinato a svolgersi lontano da Mantova. “Quello dell’università è un problema serio per la nostra città, che ad oggi offre ben poco a livello accademico”. Da qui la necessità di ampliare l’offerta formativa per attrarre un numero maggiore di studenti fuori sede. Il modello virtuoso a cui guardare, secondo Avanzini, è Reggio Emilia, che negli ultimi anni si è legata al polo di Modena, diventando a tutti gli effetti una città universitaria. “A Mantova hanno pensato di fare un’operazione del genere, ma l’esperimento non ha funzionato. Infatti, il piano didattico è ancora troppo limitato per poter portare in città un numero consistente di giovani dalla provincia o da altre zone della regione”.
Se l’offerta formativa è precaria, quella lavorativa non è da meno. Trovare un impiego nel mantovano è sempre più difficile, specialmente per i liberi professionisti. È il caso di Francesco Greco, 26 anni, laureato in Medicina e Chirurgia e responsabile provinciale di Forza Italia Giovani. Questa la sua analisi sulla situazione attuale: “A Mantova si registra un tasso di disoccupazione sempre maggiore. Il nostro territorio vanta un ottimo tessuto sociale, un buon tenore di vita, ma mancano le opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani”. Il motivo? Greco risponde in modo lapidario: “Qui si campa solo di ristoranti e case vacanze: per i giovani non c’è spazio”.
Per addentrarsi ancor di più nel mondo del precariato giovanile, conviene riportare le parole di Francesca Mure, 22 anni, studentessa del corso di laurea in Advertising e Marketing e, al contempo, collaboratrice dello store “Decathlon”: “Oggi un giovane lavoratore riceve uno stipendio medio di 1200 euro al mese, spesso con contratti stagionali o a tempo determinato. Se guardiamo agli altri stati europei, quasi dappertutto si trovano stipendi superiori rispetto a quelli italiani. Questa è la causa principale della fuga di cervelli, tanto criticata quanto mal compresa dalle nostre istituzioni. Non devono stupire, inoltre, le difficoltà giovanili nell’abbandonare il nucleo familiare: il problema è sempre legato alle basse retribuzioni, che costringono i giovani a rinviare i progetti di famiglia e di indipendenza economica”.
Le responsabilità, pertanto, sono anche statali. Tuttavia, i giovani fanno notare che i problemi nascono innanzitutto dalla politica comunale, rea di non essersi allineata alle reali esigenze dei cittadini di oggi e – soprattutto – di domani. Un tema, questo, che si lega all’assenza di eventi di qualità per richiamare i giovani. A parlarne è un esperto del settore, Giacomo Piccagli,20 anni, che oltre ad essere studente di Economia e Commercio, è anche un deejay molto conosciuto sul territorio. Piccagli sostiene che Mantova sia preda di una desertificazione nelle ore serali, a causa di mancanza di attrazioni per i giovani. “A Verona e a Brescia ci sono più offerte di svago per i ragazzi. Qui, invece, molti locali non possono fare musica perché ci sono molte restrizioni. Per questo, non c’è da stupirsi se molti giovani trascorrono il sabato sera fuori città”.
A onor del vero, nel 2026 verrà inaugurato un nuovo spazio di aggregazione per i giovani, nei locali dell’ex Bocciodromo del Te. Il sindaco Palazzi ha annunciato con orgoglio questa novità, che dovrebbe offrire alla città un luogo di socialità in più. “Bene così” – commenta Piccagli – “ma serve fare di più, anche perché la ex Bocciofila non si trova in centro, quindi rischia di restare isolata”.
Dalle voci giovanili emerge poi un’ultima testimonianza, quella di Maria Vittoria Avaltroni, laureata in Comunicazione e Marketing e oggi manager nell’azienda di famiglia, che si occupa del commercio di dispositivi sanitari e ospedalieri. Maria Vittoria ha studiato per alcuni anni all’estero e osserva come le aziende straniere valorizzino molto di più i giovani con capacità creative. L’Italia, dunque, ha molto da imparare nella promozione di un reale percorso formativo, con reali benefit. Il messaggio lanciato dalla relatrice è chiaro: “Imprenditori, valorizzate la gioventù”.
Concetto ribadito, nel successivo intervento, da Pierluigi Baschieri (Commissario cittadino di Forza Italia): “Serve un’offerta di lavoro qualificata su tutto il territorio. Perciò, la giunta comunale deve andare oltre gli interessi dipartito e i campanilismi, guardando alle opportunità che le fabbriche della provincia offrono”.
Nella seconda parte dell’incontro, il dibattito si accende e una voce di protesta si leva dal pubblico: “Sono decenni che Mantova è la bella addormentata, eppure ricordo che venti, trenta anni fa le vie della città brulicavano di ragazze e ragazzi. Oggi, invece, in pochi fanno ancora le celebri “vasche” su e giù per il centro”. Dopo questa premessa, la voce sferra l’invettiva: “Non è, forse, che Mantova è addormentata perché sono i giovani stessi a restare chiusi nelle loro stanze, catturati dai social?”.
Una provocazione legittima, ma brillantemente smontata dai diretti interessati, che rispondono all’unisono: “La nostra generazione non deve essere etichettata come quella degli schiavi del web. Certo, viviamo nell’era digitale, ma abbiamo una vita reale e ci incontriamo ancora tra di noi. Vogliamo bene a Mantova, altrimenti non saremmo qui a parlare delle sue criticità e di come poterle risolvere”.
Un’altra accusa (seppur velata) è giunta di recente dall’Assessore alle Politiche Sociali Giovanili, Alessandra Riccadonna. Da parte sua, l’impressione che le nuove generazioni siano distaccate dalla politica locale. Una strategia, forse, per lavarsene le mani e scaricare le colpe sui giovani. I quali, però, non ci stanno e ribadiscono di essere vicini alle istituzioni e disposti al dialogo. Il nodo della questione consiste nel difficile gioco di responsabilità tra le due parti: i politici chiedono una maggiore partecipazione ai giovani; questi ultimi lamentano di essere poco ascoltati. Trovare un punto di incontro non è semplice, ma tavole rotonde come quella organizzata da Forza Italia Giovani possono essere stimoli importanti per rianimare il confronto.
Cronaca di una mattinata ricca di spunti, a prescindere dalle visioni politiche. È sempre piacevole assistere a dibattiti dove, sia al tavolo che in platea, i giovani sono al centro. A maggior ragione in una città come Mantova, dove sorgono musei e ristoranti a vista d’occhio, lasciando le briciole ai protagonisti di domani.