Dal 6 maggio all'11 giugno lezioni, convegni e mostre promossi dal Polo. In linea con l'agenda globale
Alla ricerca del dialogo. Percorso non facile. Insidioso. Anche accidentato alla luce di una globalizzazione in frantumi. Itinerario avviato da una base creativa che coniuga storia e cultura, territori e attualità. MantovArchitettura, dodicesimo atto, ci prova e provoca. Entra di getto nel contesto mondiale. Dando al progetto 2025 questa traccia: “Architettura e Conflitto”. Dal Polo del Politecnico di Milano una serie di appuntamenti indicativi dei pensieri e delle opere dell’Università. Presentazione nella cornice più che mai ideale, dove le tracce dell’Ateneo si materializzano nell’allestimento ispirato alla genialità del Maestro: Casa del Mantegna.
Apertura ufficiale martedì 6 maggio con l’occhio e la mente rivolti appunto al problema dei conflitti armati, con riferimenti altresì alle migrazioni forzate e ai cambiamenti climatici in contesti come Gaza, Ucraina, Siria, Myanmar, Sudan, Yemen.
Purtroppo questi sono solo alcuni degli oltre cinquanta conflitti armati che oggi seminano nel mondo morte e distruzione, migrazioni forzate, carestie, perdita d’identità. Il 2025 sarà uno degli anni più conflittuali dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale con la minaccia del cambiamento climatico nascosta dietro l’instabilità politica che sempre prelude alla guerra.
Due terzi delle guerre oggi coinvolgono Paesi vulnerabili dal punto di vista climatico, con centinaia di micro conflitti già in atto per il possesso del suolo o il controllo dell’acqua, come la diga Renaissance in Etiopia, che regola il flusso delle acque del Nilo Bianco in Sudan e in Egitto.
In questo quadro, l’originale Festival mantovano indaga il rapporto tra l’architettura e il conflitto analizzando la complessità di questo binomio secondo diverse prospettive culturali e disciplinari, e attraverso il dialogo tra molteplici narrazioni storico-critiche, in chiave contemporanea.
MANTOVARCHITETTURA 2025 si conferma la principale iniziativa di terza missione del Polo di Mantova, con un programma di lezioni, convegni, conversazioni, mostre e altre visioni per divulgare i risultati della ricerca politecnica nel campo dell’architettura, in stretta relazione con l’attività didattica del campus.
“Quest’anno MANTOVARCHITETTURA si inserisce nel programma culturale triennale della Cattedra UNESCO, inaugurando un tema specifico che sarà seguito da altri due anni dedicati a temi correlati. L’edizione di quest’anno affronta una questione che, purtroppo, rappresenta una delle principali sfide dell’agenda globale del nostro tempo” dichiara il prorettore del Polo territoriale professore Davide Del Curto.
Durante la presentazione è stato lanciato l’invito a cittadini, studenti e professionisti per un confronto aperto sulle implicazioni dell’architettura in questi scenari, stimolando un dialogo profondo e multidisciplinare.
La manifestazione - che si snoderà sino al 13 giugno - indaga quattro diverse prospettive del conflitto: architettura e conflitto armato, memorie conflittuali, conflitti di interesse e conflitto interiore. Questi percorsi offrono punti di vista alternativi e complementari per analizzare il contributo dell’architettura alla comprensione e gestione del conflitto. MANTOVARCHITETTURA si conferma un punto di riferimento nel panorama culturale e accademico a livello internazionale.