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16/4/2025

San Sebastiano ospite illustre della Reggia

La Camera dei Soli (Palazzo Ducale) accoglie, fino al 15 giugno, la tela di Andrea Mantegna

 

Sono almeno tre le versioni di San Sebastiano dipinte da Andrea Mantegna. L’opera conservata al Louvre di Parigi è stata realizzata intorno al 1480-1481. Una seconda - che risale probabilmente al 1456-1459 - si trova al Kunsthistorisches Museum di Vienna. La terza tela, dipinta dopo il 1490-1491, commissionato da Sigismondo Gonzaga, è a Ca’ d’Oro di Venezia (galleria Giorgio Franchetti). Ed è proprio quest’ultima che viene accolta, seppure temporaneamente, a Palazzo Ducale di Mantova.

Significativo il titolo per questo evento scelto dalla direzione della Reggia: Mantegna versus Mantegna. Tra luce e ombra: la Camera Picta e il San Sebastiano di Ca’ d’Oro.

Da sabato 12 aprile (sino al 15 giugno) l’eccellente “ospite” si può ammirare nella Camera dei Soli di fianco alla Camera degli Sposi. Da qui il concetto espresso di “versus”.

La tela che riproduce il martirio di San Sebastiano viene documentata nel 1506 dagli eredi del Maestro, giunto poi nella collezione di Pietro Bembo a Padova. Da qui arriva nella collezione del medico Antonio Scarpa. Quindi, nel 1893 passata al barone Giorgio Franchetti, suo ultimo proprietario, nel meraviglioso edificio tardogotico veneziano che si affaccia sul Canal Grande. Il barone acquistò l’opera per farne un pubblico museo.

Questo San Sebastiano di Mantegna emerge dalla sua nicchia come una statua policroma, con la bocca aperta in una muta e tragica espressione di dolore. Le funi stringono dolorosamente la carne e le frecce gli crivellano il corpo. È un’opera drammatica, nella quale sembra cogliersi una profonda partecipazione emotiva del Maestro; pare quasi un testamento spirituale dell’artista, anziano, forse incupito da vicende personali e vicino alla morte, avvenuta a Mantova il 13 settembre 1506.

Potrebbero due opere di uno stesso artista del Quattrocento essere così lontane? Classica compostezza da una parte, malinconico lamento dall’altra. La Camera Picta e il San Sebastiano esprimono due modi opposti di concepire la luce, due opposti approcci al Rinascimento, laddove la stanza affrescata ne è luminoso manifesto, a fronte del dramma crepuscolare del dipinto veneziano.

Lo straordinario prestito nasce dalla collaborazione tra la Direzione regionale del Veneto e il Palazzo Ducale di Mantova e la sua eccezionalità si deve alla necessità di chiudere temporaneamente il museo veneziano per adeguamenti strutturali e impiantistici, nell’ambito del più ampio progetto di restauro e riallestimento della Galleria sostenuto dalla Fondazione Venetian Heritage.

“A Daniele Ferrara, a Claudia Cremonini e a Toto Bergamo Rossi, direttore della Fondazione Venetian Heritage che sostiene l’intero progetto di restauro e rinnovo del museo veneziano – dichiara Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale – va la mia sincera gratitudine per questo prestito stellare. Il San Sebastiano, che colpì l’immaginario di Gabriele D’Annunzio, Thomas Stearns Eliot, ma anche di José Saramago, sarà presentato assieme al nuovo impianto illuminotecnico della “Camera degli Sposi”, in fase di realizzazione grazie auna sponsorizzazione di Gigi Events Srl. Una Camera solare e un dipinto lunare ci racconteranno le vette di un assoluto protagonista del Rinascimento”.

Pubblicato su La nuova Cronaca di Mantova il  
11/4/2025
Werther Gorni