“Le nostre aziende purtroppo da 2 anni fanno fatica a trovare personale”
Nicola Dal Dosso
Nicola Dal Dosso, direttore di Confcommercio, a breve riprenderanno le trattative con i sindacati per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del Terziario, distribuzione e servizi da voi sottoscritto.
“Una premessa è dovuta: il nostro è il contratto leader del settore, in quanto ha un campo di applicazione che interessa oltre 2 milioni e 800mila addetti di più di 300mila imprese, con un fatturato di oltre 80 miliardi di euro. L’innovazione del nostro contratto su temi come il welfare e la bilateralità è alla base della motivazione per cui è il contratto più applicato, con un indice di penetrazione del’94% delle aziende e dell’85% dei lavoratori. Scaduto alla fine del 2019 abbiano cercato di riattivarlo nel 2020 ma il Covid ha bloccato tutto e ora stiamo lavorando al rinnovo. Nella contrattazione vogliamo rimanere al passo con i tempi e oggi alcune parti di quel contratto hanno necessità di essere riviste: quello che chiediamo è andare discutere quelle parti che non consentono alle aziende di avere elementi di flessibilità e di stagionalità”.
Un momento cruciale per la vostra associazione..
“Sì, è un passaggio molto importante che richiede attenzione vista la delicatezza del contesto: veniamo da due anni di pandemia che ha lasciato le aziende fortemente indebitate, da una crisi energetica senza precedenti, la spinta inflattiva, seppur in diminuzione, contrae i consumi. E la partita che stiamo giocando con le OO.SS., non è affatto semplice. Serve uno sforzo congiunto tra le parti”.
Qual è la vostra posizione relativa all’ipotesi di un salario minimo?
“Ci tengo a chiarire che nel commercio i salari sono già sopra la soglia “psicologica” dei 9 euro. Non abbiamo mai nascosto la nostra contrarietà ad un salario minimo per legge. Quando si parla di un contratto di lavoro la parte economica è solo una parte perché all’interno delle norme che ci siamo dati come parti sociali ci sono tutte quelle regolamentazioni utili a livello di contenzioso e parti importanti legate al welfare e alla bilateralità, ad esempio prevedendo la costituzione all’interno del nostro contratto di enti che sostengono concretamente le famiglie come il fondo sanitario Est. O come i fondi bilaterali di assistenza al reddito”.
La carenza di personale è un altro grande problema..
“Sono ormai due anni che le nostre aziende faticano a trovare lavoratori. A livello nazionale, nel turismo e nel commercio mancano 480 mila lavoratori. C’è un problema di incrocio di domanda e offerta: mancano le competenze ma anche le figure professionali base. Si stima che a causa del covid siano usciti dal settore circa 250 mila addetti; oggi all’appello ne mancano ancora 200mila. È il grande paradosso italiano: tassi di disoccupazione, anche giovanile, da primato e mancanza di personale per i pubblici esercizi. Servirebbero politiche attive del lavoro più incisive, per riqualificare, innovare e rafforzare le competenze, oltre che orientare i ragazzi verso percorsi scolastici che facilitino l’accesso al lavoro. E invece oggi siamo legati ancora fortemente alle politiche passive del lavoro, certamente importanti perché offrono sostengo economico a chi è in difficoltà, ma ci sono solo deboli strumenti per ricollocare le persone che hanno perso il lavoro e per favorire il mercato del lavoro. Un problema che è anche sociale, perché c’è un problema demografico, di bassa natalità e di invecchiamento della popolazione; dall’altra parte c’è l’immigrazione, tema spesso usato ideologicamente, che invece sarebbe da affrontare con politiche sulla immigrazione capaci di accogliere, integrare e formare verso il lavoro questa nuova popolazione. Infine, la questione culturale. C’è un cambiamento generale nel modo in cui le persone si rapportano al lavoro. Una volta perderlo era una mortificazione personale, oggi sembra quasi un elemento di gratificazione personale: c’è chi ostenta con orgoglio le proprie dimissioni e il fenomeno delle “grandi dimissioni” ne è la diretta testimonianza.
“Per rispondere alla richiesta di personale da parte delle nostre imprese, abbiamo attivato lo Sportello Impresa Lavoro di Confcommercio in collaborazione con l’agenzia per il lavoro Asten, che ha riscosso notevole successo. Oltre una cinquantina di imprese associate hanno richiesto il servizio di ricerca e selezione o quello di somministrazione all’agenzia. Inoltre abbiamo organizzato due recruiting day, uno a maggio, l’altro a giugno con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, valorizzando le singole attitudini personali e le specifiche esigenze dell’impresa, adottando un format: aprire l’evento contemporaneamente ad aziende e candidati sotto la regia di recruiter professionisti. La partecipazione è stata molto buona, e alcuni casi si sono risolti in avvii di attività”.