Vita Intensa
Pieter Paul Rubens (Siegen 1577 – Anversa 1640) nacque a Siegen, nell’attuale Germania, dall’esiliato avvocato Jan, accusato di calvinismo, e dalla figlia di un commerciante di arazzi, Maria Pypelinckx. Nel 1589 la famiglia Rubens fece ritorno ad Anversa, dove Pieter Paul e suo fratello frequentarono la scuola del letterato Romuldus Verdonk, apprendendo i classici latini e greci. Intorno al 1591 Pieter Paul cominciò a frequentare la bottega d’arte di un lontano parente della madre, Tobias Verhaecht. Successivamente, e per quasi un triennio, fu allievo del pittore di figura Adam van Noort, per finire l’apprendistato presso il romanista Otto van Veen.
Il 9 maggio 1600 partì per l’Italia, dove, nell’estate dello stesso anno, il giovane pittore venne ingaggiato da Vincenzo I Gonzaga, duca di Mantova, che rimarrà suo mecenate per gli otto anni di soggiorno italiano. Il 5 settembre 1600 fu testimone di un importante evento storico: in qualità di pittore di corte assistette a Firenze al matrimonio per procura tra la cugina e cognata del duca Vincenzo, Maria de’ Medici, ed Enrico IV di Francia. Partito alla volta di Roma per studiare le antichità, con in mano una lettera di raccomandazione da parte del duca di Mantova indirizzata al cardinal Montalto, nel giugno del 1601 ricevette il primo incarico di prestigio destinato a un luogo pubblico: le tre pale d’altare per la cappella di Sant’Elena presso Santa Croce in Gerusalemme, commissionate dall’Arciduca Alberto VII d’Asburgo, sovrano delle Fiandre Meridionali, che era stato, in gioventù, cardinale titolare della basilica.
Lasciata Roma il 20 aprile del 1602, il 5 marzo dell’anno successivo Rubens ricevette il primo incarico diplomatico della propria carriera: Vincenzo Gonzaga gli affidò regali da portare alla corte spagnola e alcuni dipinti da donare al duca di Lerma, potentissimo favorito del Re.
All’inizio del 1604 Rubens tornò a Mantova passando per Genova, dove riscosse il compenso per la missione appena compiuta dal banchiere del duca Vincenzo, Nicolò Pallavicino, del quale eseguì un ritratto a mezzo busto. Grazie all’amicizia con la famiglia Pallavicino, ricevette la committenza per la Circoncisione nella chiesa dei Gesuiti di Genova. Nella corte dei Gonzaga rimase fino a novembre dell’anno successivo, eseguendo le tele per la cappella maggiore della chiesa dei Gesuiti, tra cui la celebre pala d’altare che raffigura la famiglia dei duchi in adorazione della Trinità. Alla fine del 1605, Rubens si trasferì di nuovo a Roma dove, il 25 settembre del 1606, firmò la sua seconda committenza romana con i Padri Oratoriani di S. Filippo Neri: la decorazione dell’altare maggiore di Santa Maria della Vallicella. Il lungo soggiorno italiano di Rubens si concluse frettolosamente: il 28 ottobre del 1608 lasciò Roma per raggiungere la madre morente. Stabilitosi definitivamente ad Anversa, il 23 settembre 1609, già membro della gilda dei romanisti, venne nominato pittore della corte di Bruxelles. Il 3 ottobre sposò Isabella Brant, figlia del cancelliere della città.
Rubens alternò anche un’intensa carriera diplomatica: il 13 ottobre 1624 venne delegato a negoziare la pace con Maurizio d’Orange, a capo dell’esercito della Repubblica delle Province Unite che aveva attaccato Anversa, incarico che gli fruttò il titolo del cavalierato. Nel 1628, il re di Spagna lo chiamò presso la propria corte come ambasciatore e inviato della corona iberica in Inghilterra. Rimasto vedovo, nel 1630 il cinquantatreenne Rubens sposò la sedicenne Hélène Fourment.
Già dal gennaio del 1640 Rubens non era più in grado di dipingere: la gotta, per cui soffriva da anni, gli aveva immobilizzato la mano destra.
con cui parlò a tutte le Corti d’Europa.