Dal generale Vannacci al mondo in evoluzione
In libreria vince il generale Vannacci, a Venezia la mostra del cinema ha aperto con l’eroe patriota. E poi: Alice Cooper, simbolo della trasgressione rock, va contro il gender; la credibilità del Metoo vacilla dopo i verdetti Kevin Spacey e Johny Depp (assolti); la Walt Disney dice che cambiare sesso o colore ai personaggi più famosi fa scappare una parte cospicua del pubblico. Per non parlare delle capriole Netflix (su razza e gusti sessuali) per restare in linea
Sorge allora una domanda: il “politicamente corretto” mostra le prime crepe? Dopo trent’anni di protagonismo in tutto il mondo occidentale, sottolineando (anche) problemi autentici, si volta pagina? Sono in molti a chiederselo. Cambia la società. Nuove generazioni avanzano con i propri desiderata, il proprio linguaggio, le proprie diversità e peculiarità. Non tenerne conto è, a mio avviso, un errore. Senza pregiudiziali di sorta, senza rossori. Consapevoli di un fatto: capire e farsi capire è probabilmente il più grande problema dei giorni nostri. Vediamo, partendo dalla sorpresa dell’estate.
IL GENERALE E IL SUO POPOLO
Fenomeno in fieri. Tutto da studiare. Guai sottovalutarlo. I fatti: il generale Roberto Vannacci (foto) ha presentato in Versilia il suo libro (auto prodotto), calamita di polemiche e acquirenti. Inutile ignorato o fare spallucce. Il suo “Il mondo al contrario” (il 20 uscirà una nuova edizione) è ritenuto – sopratutto da chi non lo ha letto – “omofobo e razzista”. Certamente nessuno si aspettava che il libro diventasse il caso editoriale dell’anno. L’eco delle polemiche ha spinto le vendite ma anche ha contribuito a formare due schieramenti opposti. Alcuni librai si sono rifiutati di venderlo ricevendo minacce e insulti. Il pamphlet, uscito il 10 agosto, è graniticamente in cima alla classifica dei libri più venduti su Amazon. Nello stabilimento balneare versiliese ha fatto il pieno di pubblico e business: per un posto a sedere sulle poltroncine in vimini c’era un prezzo da pagare; per chi è rimasto in piedi non ha pagato. Comune il sentire: “Finalmente c’è qualcuno che dice e scrive esattamente quello che penso. Una persona che rappresenta la maggioranza relegata da troppo tempo a restare in silenzio”.
POLITICAMENTE CORRETTO…
Molti ne intravedono l’inizio della fine. Esagerato? Dicono che il politicamente corretto è “diventato un concentrato micidiale di bigottismo e ignoranza crassa: basta poco, una parola sbagliata, per essere condannati a vita come reprobi”. Il ragionamento (si fa per dire) è applicato perfino al passato. Dunque tutti razzisti, da Thomas Jefferson a David Hume. Ma il fenomeno può essere temporaneo o addirittura segnalare il tramonto di un’epoca. Non ci resta che aspettare.
Enrico Pirondini