Dieci guerre che stanno decidendo il futuro
Sono ben10 le guerre che stanno decidendo gli equilibri del mondo. Dieci su 58: tanti sono i conflitti registrati all’inizio dell’anno dalla organizzazione indipendente “Armed Conflict Location & Event Data Project” (ACLED).
Esempio dello studio della Ong statunitense: nell’ultima settimana di marzo 2023 ci sono stati nel mondo 478 scontri armati, 914 esplosioni, 418 casi di violenza su civili, 180 casi di violenza tra gruppi o folle, 3.034 proteste, 218 manifestazioni finite con incidenti. E tutto nello spazio di sette giorni. Ma 10 conflitti in particolare risultano cruciali del mondo presente. Top Ten che è stata realizzata da esperti e giornalisti internazionali.
Li ricordiamo.
1) CONGO E GRANDI LAGHI – Dopo il genocidio in Ruanda nel 1994, due grandi guerre hanno coinvolto 8 Paesi africani. In Congo imperversano i ribelli dell’M23. Bilancio: 10 mila morti e stupri usati come arma di guerra. E va sempre peggio.
2) YEMEN – Il Paese è lacerato dalla guerra civile. Dati ONU: 150 mila morti (10% civili). Dal 2015 sono stati uccisi più di 11.000 bambini e oltre 23 milioni hanno bisogno di aiuto umanitario; 5 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case.
3) MESSICO E SUD AMERICA – La “guerra che non c’è”, come si racconta; eppure sono state ammazzate 2,5 milioni di persone. Flagellata l’America Latina: 1/3 degli omicidi tutto il mondo si concentra in 7 paesi. Dominano i narcotrafficanti. È la regione più violenta del mondo. In America Latina non ci sono nè guerra nè pace.
4) NAGORNO KARABAKH – È il conflitto tra Armenia e Azerbaigian che ha per fulcro una regione montuosa chiamata Nagorno Karabakh. Chi vince ha sempre ragione. Continui scontri armati e molti sfollati.
5) UCRAINA E RUSSIA – La guerra iniziata il 24 febbraio 2022 sembra non finire mai. Le diplomazie sono al lavoro. Dicono gli esperti: “Se i soldati russi cessano di combattere la guerra finisce. Se a smettere fosse l’esercito ucraino la popolazione del Paese verrebbe massacrata”.
6) SAHEL – Il Sahel è una fascia di territorio dell’Africa Subsahariana. Dominano i gruppi armati di jihadisti e indipendenti Tuareg. Il Mali è il fulcro della guerra. In 2 anni in Mali sono avvenuti 2 colpi di Stato. E l’arrivo sul campo dei mercenari della Wagner non basta a riportare la calma.
7) ISRAELE E PALESTINA – Da quando le Nazioni Unite (1947) hanno previsto la spartizione della Palestina in 2 Stati separati – uno Arabo e uno ebraico – non c’è stata più pace. L’ondata di attacchi palestinesi continua e puntualmente Israele risponde.
8) AFGHANISTAN – Le truppe sovietiche si sono ritirate nel 1989. Gli Stati Uniti nel 2019 ( trattato di pace a Doha). Oggi l’Afghanistan è un emirato islamico e il governo taleban si rivela oppressivo, sopratutto con le donne che sono bandite da scuole, università e alcune professioni.
9) MYANMAR – Il Myanmar, in passato noto come Birmania, è una Nazione del sud-est asiatico con più di 100 gruppi etnici. Sei anni fa è cominciato il genocidio per mano dell’esercito. Quasi 1 milione di persone è stato costretto a cercare rifugio in Bangladesh. Scontri armati frequenti, 6.100 in tutto e 20.000 morti in battaglia; 1/3 della popolazione ha bisogno di assistenza umanitaria.
10) AMAZZONIA – È la più grande foresta tropicale del mondo ed è considerata il polmone della terra per il ruolo fondamentale che svolge nella regolazione del clima. Oggi la sua conservazione è in pericolo ma il saccheggio e la distruzione sono cominciati tempo fa. Questa è soprattutto una guerra contro la natura, una guerra senza nome. Un conflitto in cui le vittime – gli alberi – si contano a decine di miliardi e da cui dipendono le sorti del clima del pianeta e dunque della umanità.
Enrico Pirondini