Dagli stupri ai video secondo le nuove tecnologie
Stupro del branco a Palermo. Già scarcerato il minorenne. Spiazzanti le sue prime parole da libero: “Galera di passaggio, più forti di prima”. Non pago della idiozia ha aggiunto sui social, più sbruffone che mai: “C’è qualche ragazza che stasera vuole uscire con noi?”. Su Tik Tok e altri social (ha spiegato la Polizia postale) si legge ormai di tutto. La frase più scontata? La solita: “La 19enne era consenziente”. Di più: un gruppo chat su Telegram, con quasi 10mila iscritti, ha promesso di pubblicare il video dello stupro.
Il gruppo si chiama “Video ragazza Palermo”: una sorta di docufilm pruriginoso che riassume l’orrore della notte tra il 6 e 7 luglio scorsio quando un branco di sette ragazzi ha violentato una sventurata sul lungomare Foro italic
E c’è un secondo video di un altro gruppo Telegram (14 mila iscritti) che sta ricevendo analoga richiesta offrendo in cambio foto e video di bambini in biancheria, madri e sorelle riprese dai buchi della serratura; ma anche donne riprese in spiaggia o filmate di nascosto in qualsiasi momento della loro giornata.
Domanda: c’è una spiegazione a tutto ciò? Cosa dicono gli psicoanalisti? Sintetizza per tutti Luigi Zoja, 80 anni, psicologo, analista, junghiano cosmopolita. Ecco i passaggi-chiave, come insegna l’Istituto Carl Gustav Jung di Zurigo.
1) Il desiderio è in declino nel mondo occidentale.
2) Il quoziente di intelligenza medio della popolazione (in costante aumento fino al secolo scorso) ha cominciato a scendere. Tradotto: c’è un rimbambimento generale.
3) Gli anni di Internet nom ci hanno fatto bene.
4) Il porno a portata di click sta avvelenando l’eros dei giovani.
5) Nel gruppo che annulla l’individualità, l’intelligenza si abbassa al livello del più stupido (lo diceva anche Freud).
6) Dentro il branco sparisce l’inibizione rispetto allo stupro, strumento di guerra collettivo, peraltro ben conosciuto. Chi si lancia e fa da solo ha qualche esitazione in più.
7) L’istinto della mandria, invece, è spavaldo. Si carica collettivamente.
8) Un bombardamento di immagini erotiche può solo far crescere l’imbecillità.
9) La sessualità fa paura perché è vista come una prestazione anziché una forma di relazione, soprattutto nei maschi che soffrono sempre più spesso della patologia del “ritiro sociale” e si chiudono in casa.
10) È tornata in auge la masturbazione, cosa degli Anni 50, come attività erotica prevalente. Si è disimparato il rapporto con un individuo reale, dotato di personalità e non sottomesso, come insinua lo smartphone.
Le nuove tecnologie hanno generato una forte illusione di onnipotenza che tocca anche l’eros.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Enrico Pirondini