Dopo la retrocessione e dopo il ripescaggio in serie C la società cambia pelle
Dopo mesi di agonia, il calcio mantovano prova a risollevarsi. Lo scorso 13 maggio, era difficile fare previsioni sul futuro del Mantova Calcio: una squadra appena retrocessa tra i dilettanti, una società in mano a troppi soci. Sembrava il preludio ad altri anni bui, ai quali i tifosi virgiliani sono ormai abituati. Ma nel calcio, si sa, gli umori possono cambiare radicalmente nel giro di poco tempo. Ed è quello che sta accadendo in questa magica estate, che sta regalando finalmente belle notizie ai biancorossi. Prima il ripescaggio in Serie C, poi una campagna acquisti ricca e lungimirante (tanti giovani tra i volti nuovi), infine il passaggio di consegne a capo della società, da Setti a Filippo Piccoli (foto).
Così il comunicato ufficiale: “Mantova 1911 comunica che è stata formalizzata l’acquisizione da parte del presidente Filippo Piccoli delle quote, pari al 46,5%, precedentemente detenute da Maurizio Setti. Attraverso l’operazione citata, il presidente Piccoli diventa socio di maggioranza con il 93% delle quote”. Dunque, dopo cinque anni, finisce l’era Setti e inizia quella di Piccoli, imprenditore veronese e già sponsor dell’Hellas Verona.
Stupisce vedere un uomo solo al comando di viale Te, dopo anni di cordate e di soci. Piccoli spiega le ragioni di questa scelta: “Preferisco avere una filiera corta, che mi permetta di essere più rapido nelle decisioni. Sono consapevole delle responsabilità, ma penso che fosse necessario un cambio di passo: questa società ha perso troppo terreno negli ultimi anni”.
I primi risultati della “filiera corta” cominciano già a vedersi, soprattutto in ottica calciomercato. Infatti, nell’arco di venti giorni la squadra è stata quasi completamente rivoluzionata (sono rimasti solo tre giocatori della scorsa stagione) e si presenta ai nastri di partenza come una mina vagante. Merito del presidente? Piccoli preferisce attribuire gli elogi al nuovo direttore tecnico, Cristian Botturi.
“Il progetto ambisce a riportare il calcio a Mantova” – spiega Piccoli – Vogliamo riportare la società dove le spetta (in Serie B? n.d.r.), ma in modo sano e senza sperperare soldi. Non so quanto tempo ci metteremo e non mi sento di fare proclami; tuttavia, ci sono buone premesse per fare bene”. In effetti, la ventata d’aria fresca portata dal nuovo corso ha già portato entusiasmo nei tifosi. Lo dicono i numeri, come quelli degli abbonati, raddoppiati rispetto allo scorso anno. Che messaggio vuole dare il presidente ai tifosi? “Per conquistarli, penso che servano due ingredienti: serietà e vittorie. Le seconde sono conseguenza della prima. Poi è chiaro che non sempre è immediato vincere, anche perché affronteremo rivali attrezzati e competitivi. Io voglio essere onesto: non sono un magnate, quindi non posso garantire spese folli. Però sono un imprenditore e un appassionato di calcio. Farò di tutto per risollevare l’azienda Mantova, cercando di scegliere le persone giuste”.
Per ridare credibilità al Mantova Calcio, è fondamentale ristrutturare lo stadio “Martelli”. Piccoli non si nasconde e manda un messaggio perentorio all’Amministrazione comunale: “Prima o poi bisogna sistemare questo problema. Ne ho già discusso con la giunta. Premetto che dobbiamo scordarci l’idea di uno stadio nuovo. Mancano i fondi, mancano le idee. Il Comune sarebbe disposto a darci una mano, ma prima vuole delle garanzie sulla solidità della società. Mi incontrerò con il sindaco a fine agosto per stabilire l’agenda di lavoro”.
Piccoli ha la grinta e la passione del presidente: si percepisce la voglia di prendere le redini dell’azienda. Eppure, formalmente non ha ancora il 100% delle azioni. Infatti, il 7% è in mano a soci minoritari (tra cui Pecchini e Masiello).
“Per ora è importante aver ottenuto la maggioranza. A settembre, però, farò delle valutazioni. Infatti, la presenza dei sette soci non è funzionale, anche perché alcuni di loro non seguono le vicende della squadra e non danno un particolare contributo. L’idea è di riuscire, in futuro, ad avere il 100% delle azioni”.
Ciò che non manca al neo presidente è la schiettezza. Vuole metterci la faccia, che le cose vadano bene o male. Come è accaduto al termine della partita contro l’Albinoleffe, che sancì la retrocessione in Serie D. Quel giorno, Piccoli parlò in conferenza stampa e ammise la propria delusione. Ora, a distanza di qualche mese, ripensando a quei momenti dichiara: “Dopo il fischio finale ero a pezzi, non sapevo a chi aggrapparmi. Ho iniziato la mia esperienza al Mantova a metà della scorsa stagione, quando i giochi erano ormai fatti. La precedente proprietà aveva fatto un mercato in chiaroscuro, comprando calciatori già infortunati o non presentabili sul piano atletico. In più, la scelta dell’allenatore (Corrent, n.d.r.) ha peggiorato i rapporti con i tifosi, che non gradivano il suo passato al Verona. Tutto questo ha portato a una stagione fallimentare, non lo nascondo”.
Piccoli si affida a due profili giovani e promettenti: il direttore tecnico Botturi e l’allenatore Possanzini. Il mister ha già fatto intravedere buone cose nelle prime amichevoli, nelle quali il nuovo capitano Burrai e compagni si sono presentati ai tifosi. La carriera di “Possa” è più che rispettabile: un passato da bomber del Brescia (in serie B) e gli inizi in panchina come vice di Roberto de Zerbi. Partenza del campionato il 3 settembre.
Francesco Raffanini