Il mondo tzigano sa esaltare le proprie tradizioni sconfinando anche oltre
Pubblico entusiasta dell’esibizione dell’Orchestra di Budapest
Fin da tempi lontanissimi il popolo rom, originario dell’Asia centrale, si sposta di terra in terra, alla ricerca di sempre nuove forme di sostentamento. Oggi è sparso prevalentemente nell’Europa centro-occidentale, in area slava soprattutto, ma conserva, nonostante la diaspora secolare, una forte identità culturale, ed è noto che all’interno della cultura del popolo gitano la musica occupa un posto fondamentale in quanto strumento importantissimo di trasmissione dei valori tradizionali, identitari, tramandati di generazione in generazione. È un patrimonio culturale che passa anche sotto il nome di “musica gipsy”. Il canto popolare ne è sicuramente la componente principale, spesso tuttavia accompagnato da balli tipici e da formazioni strumentali che si sono per così dire cristallizzate nel tempo.
Nel Novecento queste formazioni strumentali hanno assunto una loro autonomia dando vita ad orchestre di limitate dimensioni, che svolgono attività professionale in frequenti tournèe, molto apprezzate sia per la musica folk che propongono – e che spesso include arrangiamenti in stile gitano di canzoni legate al territorio in cui il gruppo suona – sia per il virtuosismo acrobatico degli esecutori, particolarmente del violino solista, che di solito è anche direttore della formazione.
Lo stile musicale tzigano si basa sull’improvvisazione, che poggia tuttavia su modalità consolidate dalla tradizione, e che permette al solista di turno di esprimere la sua abilità tecnica e il suo virtuosismo; ma permette anche ai musicisti tzigani di suonare senza spartito.
Abbiamo avuto un saggio accattivante di questa particolare musica folk sabato 29 luglio, al Forte di Borgoforte, dove la rassegna MantovaMusica si è trasferita eccezionalmente per ospitare, nell’ambito della serie estiva “MM Concert”, l’Orchestra Tzigana di Budapest, sette strumentisti super affiatati, tra i quali emergevano a turno, in veste di solista, il vorticoso primo violino Budai Sándor e lo sbalorditivo Kōkény Andor al cimbalom, ma non meno apprezzabile era il contributo del clarinettista Zoltán Dani, del secondo violino Halász Ferenc e del cellista Kovács Károly; completavano l’Orchestra il violista Dani János e il contrabbassista Őkrős József.
Molto vario il programma, che alle numerose canzoni anonime della tradizione gipsy alternava pezzi rivisitati di grandi autori – Brahms, Liszt, Khatchaturian, Monti – in qualche modo afferenti alla musica slava, ma si spingeva anche in territori del tutto estranei al mondo tzigano, quali, ad esempio, la nostrana “Roma non far la stupida stasera” o la greca “Danza di Zorban” di Theodorakis, il tutto ovviamente a esclusivo beneficio del pubblico.
Il quale pubblico, numerosissimo al di là delle attese, ha gradito moltissimo, si è divertito, si è lasciato coinvolgere, trascinato dai ritmi vertiginosi e dal volume elevato di un’amplificazione che non rendeva giustizia alla musica.
Il suggestivo ambiente del ricuperato Forte di Borgoforte, o meglio Borgo Virgilio, ha contribuito a rendere piacevole la serata, ricompensando gran parte del pubblico della fatica di trovare un parcheggio.
Sabato 5 agosto alle ore 21, in piazza Leon Battista Alberti a Mantova, prosegue la serie “MM Concert”con lo spettacolo del gruppo “Musica da ripostiglio”, che propone un programma di canzoni originali e di classici italiani e internazionali.
Roberto Chittolina