Intervento dell’associazione evoluzione
Ecco alcuni orientamenti che l’associazione Culturale Evoluzione, supportata da aderenti esterni, ha definito sulla base di un’analisi svolta sulla città di Mantova. L’intento era di individuare in che misura l’attuale modello di vita della società mantovana, nel suo insieme, possa essere considerato aderente ai principi che il filosofo austriaco naturalizzato inglese Karl Popper ha indicato come necessari per poter arrivare a classificare una comunità di persone una Società Aperta.
Al riguardo Popper aveva detto che poteva essere considerata aperta una società organizzata in modo democratico e liberale, nella quale ognuno poteva ritrovarsi nella condizione di agire e lottare alla pari per migliorare sé stesso e gli altri, con l’aiuto di apposite istituzioni aperte a tutti. Le stesse in particolare avrebbero dovuto con continuità proporre e attuare normali soluzioni di riforma, sulla base di una logica razionale di confronto e ricerca.
Tenuto conto che oggi si può dire che la Società Aperta in fondo è una società normale, l’associazione si è allora posta una domanda preliminare: “Ma esistono oggi in Italia, a livello dello Stato o delle singole città, le organizzazioni sociali non normali, ossia chiuse, in quanto non aderenti al modello popperiano?”. Dopodiché l’associazione si è anche domandata: “Ma la situazione della convivenza sociale mantovana, per quanto determinato dai suoi gruppi di gestione, la possiamo assumere come modello per una società aperta e normale o la dobbiamo invece collocare fra gli esempi di chiusura e di carente pluralismo?”
Insomma se in una città come Mantova prevale un gruppo dominante nella politica, nell’amministrazione, nell’organizzazione pubblica, nel sindacato, nelle organizzazioni di categoria, nella scuola, nelle istituzioni culturali, nell’associazionismo sovvenzionato, nei principali sistemi di informazione, fino a portare lo stesso gruppo a godere di buone relazioni anche con banche, Curia e organizzazioni imprenditoriali, in che società siamo?
Un conto è se le diverse relazioni sociali si svolgono sulla base di una dialettica promossa da gruppi differenti che si confrontano per arrivare a delle sintesi utili. Altra cosa si ha quando un solo gruppo riunisce le diverse rappresentanze e realtà fino a dominare tutto, perché in questo caso non siamo nelle condizioni previste dalla Società Aperta, dalla società normale, ma ci ritroviamo nella sua negazione.
In quel caso, come risultato, potrebbe essere prefigurata, data la carenza di pluralismo, la formazione di una vera e propria cappa di piombo che finirebbe col gravare su tutta la socialità cittadina.
Per l’associazione, se Mantova anche solo in parte è riconducibile agli aspetti di chiusura appena indicati, è urgente pensare a qualche cambiamento, per allentare il peso della cappa con aperture dialettiche e nuovi comportamenti, così da arrivare a nuove possibilità di confronto fra le diverse componenti sociali.
Roberto Archi, Fausto Bertolini, Carlo Boninsegna, Emanuele Federici, Fulvio Freddi, Danilo Soragna, Ildegarda Tarocco