Gilberto Sogliani: una vita tra i partiti
Gilberto Sogliani che cosa avrebbe voluto fare da grande?
“Sinceramente non ricordo quali fossero le mia aspettative giovanili, Oggi, ripensando alla mia vita, direi che non sono malcontento di ciò che ho fatto”.
Tutto sommato, è la politica che le ha preso il cuore. Quando e perché?
“Era il tempo nel quale la passione politica pervadeva ancora larghi strati di società, i cittadini partecipavano al voto in percentuali non raffrontabili a quelle di oggi, i partiti potevano contare su milioni di iscritti ed erano davvero rappresentativi del Paese, erano la cinghia di trasmissione tra il popolo e le Istituzioni. Ed era facile appassionarsi e rendersi disponibili a portare il proprio contributo.
Democrazia Cristiana, ormai un reperto archeologico. Che cosa rimane oggi di quel partito che ha dominato, comandato, condizionato l’Italia per decenni? Mantova compresa.
“A Mantova, per il vero, la Democrazia Cristiana ha “comandato” relativamente poco. Non è mancato certo il suo contributo anche perché ha espresso nel tempo una classe dirigente importante. Più in generale penso al decisivo contributo fornito dalla DC alla ripresa economica e sociale e alla collocazione internazionale dell’Italia dopo il ventennio fascista e la guerra”.
Proprio alcuni giorni fa, a Palazzo Soardi, gli ex dc mantovani si sono ritrovati per la presentazione del libro di Pierferdinando Casini “C’era una volta la politica”. Guardando attorno, in effetti, i reduci della Dc c’erano una volta…
“C’erano una volta e ci sono ancora oggi, testimoni di una storia importante e con il sospetto di vivere una stagione politica più prosaica, di essere guidati da una classe dirigente improvvisata, meno competente, meno appassionata”.
Tra gli altri l’onorevole Bruno Tabacci più che veterano del Parlamento. Lei è stato il suo portaborse o braccio destro che dir si voglia. Sono stati anni importanti anche se a un certo punto avete vissuto da separati in casa.
“Ho lungamente collaborato con lui, il primo ed unico mantovano Presidente della Lombardia ed il più longevo parlamentare virgiliano in un rapporto di amicizia e profondo rispetto. Ho condiviso quasi sempre il suo percorso politico. In una unica occasione ci siamo trovati in posizioni distinte (elezioni comunali di Mantova) ma questo non ha influito nei rapporti personali”.
Lei ha cavalcato la politica e i partiti a livello locale, regionale e nazionale con varie fazioni. A un certo punto si è messo, diciamo così, da solo puntando ai Moderati di Centro. Ha persino pensato a candidarsi sindaco, rinunciando poi in zona Cesarini. E allora questi moderati chi sono?
“Inizio dall’ultima parte della sua domanda: i “moderati”, a mio avviso, sono gli elettori che, a livello nazionale e locale, determinano i vincitori ed i perdenti nelle elezioni, sono il “corpo” di un Paese dal benessere diffuso (anche se non mancano problemi e sacche di povertà) che valuta, di volta in volta, i progetti e i programmi che propongono i partiti che si misurano nelle elezioni. Quanto a me, per il vero, non ho mai pensato di candidarmi a sindaco. Ho piuttosto cercato di raccogliere, almeno in parte, in città e provincia, anche attorno al Circolo Culturale “Robert Schuman” l’anima moderata ma attenta al “sociale” che si riconosce nella dottrina sociale cristiana”.
Tuttavia il sistema elettorale non piace ad alcuno eppure tutti lo tengono…
“Evidentemente, invece, a molti piace ed a quelli che non piace mi sento di ricordare che chi è causa del suo mal pianga sé stesso: avrebbero dovuto intervenire quando potevano. Personalmente sono convinto che l’astensionismo degli elettori al voto sia conseguenza del progressivo diluirsi dell’incidenza dei cittadini nella scelta dei propri rappresentanti: i premi di maggioranza e le indicazioni dei candidati affidati agli apparati dei partiti non possono che allontanare il Paese reale dalla politica”.
Già presidente di Tea Energia
Gilberto Sogliani, 78 anni, dal 1970 al 1987 è stato programmatore elettronico allo Stabilimento Enichem di Mantova. Particolarmente intensa la sua attività politica. Dirigente (1980-1985) organizzativo provinciale della Democrazia Cristiana e componente del Comitato provinciale DC, è stato per due anni (1987-1989) segretario personale del presidente della Regione Lombardia, Bruno Tabacci.
Nel 1998 è segretario provinciale Ccd-Cdu e dal 2001 al 2007 assistente alla Camera dei deputati del presidente Commissione Attività Produttive. Riveste poi le cariche di presidente provinciale Ccd-Cdu, segretario provinciale Udc e direzione nazionale.
Entra nel Pdl dove svolge le mansioni di vice segretario provinciale dal 2007 al 2010. In quest’ultimo anno diventa presidente dell’Associazione Cattolici Moderati “Robert Schumann” confluita nel Pdl.
Riveste per sei anni (2010- 2016) la carica di presidente di Tea Energia. Dal 2013 è vice segretario provinciale vicario con delega agli enti locali Ncd. Dal 2019 consigliere nazionale Centro Democratico.
- Loro decidono vincitori e sconfitti nelle elezioni
- Mi riconosco come esponente coerente di centro
- La DC ha espresso una classe dirigente importante
- Amicizia e profondo rispetto per l’amico Tabacci
- Palazzi? Un buon sindaco per la Mantova di oggi
- I cittadini stessi dovrebbero scegliere i candidati
Senza ombra di smentita, riesce a navigare bene tra sinistra, centro, destra. Attualmente come si colloca?
“Credo di poter rivendicare una coerenza di fondo che dalla sua domanda non traspare: mi riconosco come un elettore di centro che guarda con particolare sensibilità alle fasce più deboli della popolazione. Credo nell’Europa unita e nel suo progressivo processo di integrazione e mi riconosco nell’alleanza atlantica in difesa delle democrazie occidentali.
Come giudica l’operato del sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, dopo questi otto anni di amministrazione?
“A mio avviso Palazzi è stato un buon sindaco. Ha dedicato grande attenzione ed energie nel rilancio di Mantova sul piano culturale e turistico. Sta affrontando alcuni complessi, antichi e costosi problemi infrastrutturali che penalizzano la città. Non posso che augurargli di completare questo percorso.
Il centrodestra compatto, composto da Fratelli d’Italia, Lega Salvini e Forza Italia, sta ottenendo consensi e successi nelle elezioni politiche e amministrative. Come vede questo panorama?
“Ha detto bene: da una parte c’è un centrodestra magari non univoco ma compatto, dall’altra un centrosinistra frammentato, conflittuale, tuttora orfano di riferimenti programmatici e di attracchi sicuri e questo determina i risultati elettorali di cui siamo testimoni. D’altra parte in democrazia l’alternanza competitiva è un valore che dovrebbe spingere le parti a dare il meglio di sé. Quanto ai tempi, il venir meno ai riferimenti ideologici ha limitato la “fedeltà” degli elettori che oggi si sentono molto più liberi o più “liquidi” che in passato. Ne sono di esempio i successi e le repentine retrocessioni in pochi anni di PD, Lega e Cinque Stelle. Vedremo…”.
Nel 2025 si andrà al voto per rinnovare l’Amministrazione comunale di Mantova. Vincerà ancora la sinistra o ci potrò essere un exploit del centrodestra come è avvenuto con Nicola Sodano nel 2010?
“Difficile fare oggi previsioni anche per le considerazioni sopra dette. A mio avviso il centrosinistra a Mantova ha operato bene ma questo vale sono parzialmente. È tuttora forte nel Paese l’onda del centrodestra a guida Meloni e questo potrebbe pesare anche a Mantova. In mezzo ci saranno le elezioni europee del prossimo anno. Aiuteranno a schiarirci le idee”.