Alcune osservazioni sugli interventi a Mantova
L’Amministrazione comunale di Mantova ancora una volta si è dimostrata incapace di distinguere le cose che servono e quelle che non servono, quello di cui hanno bisogno i cittadini e quello che ci si picca di voler fare.
L’illustre ed efficiente assessore ai Lavori pubblici dichiara sulla Gazzetta, qualche giorno fa, che il Comune ha ottenuto 60 mln all’interno dei finanziamenti del PNRR e snocciola un elenco di lavori tra i quali l’unico serio è la realizzazione di una scuola. Ma l’Amministrazione non si è preoccupata, a suo tempo, vista l’abbondanza della tipologia dei finanziamenti del PNRR, di chiedere fondi per la realizzazione delle tangenziali, che sono l’elemento principale per rendere fluida la mobilità cittadina, oggi gravata dal traffico di attraversamento.
Non a caso lo sviluppo è andato avanti nelle città dove è più facile arrivare, più facile partire, più facile fermarsi: città intorno a noi con caratteristiche e dimensioni negli anni Novanta simili alle nostre. Reggio, Modena, Parma, Cremona, Verona sono cresciute grazie alla realizzazione di grandi vie per il traffico periurbano e di parcheggi interrati per l’accoglienza degli ospiti: mentre noi, no! Dopo un buon inizio del secondo millennio siamo precipitati nelle mani di persone che non sono riuscite a scuotere di dosso un’atmosfera di vecchiume e di abbandono: alla fine questi pseudo ambientalisti vogliono fare dei corsi per spiegarci dove cercare i parcheggi che non ci sono.
Poi l’assessore spende delle parole per affermare che il suo assessorato ha personale più che qualificato per seguire tutti i futuri lavori.
Difficile capire se parla perché insufflato dallo spirito che il sindaco emette per ottenere omogeneità di pensiero.
Le performances del personale dei LLPP sono sotto gli occhi di tutti: il cantiere della Torre della gabbia che non finisce mai, il cantiere della scuola del cosiddetto Mantova Hub a Fiera Catena che rimanda di mese in mese la consegna alla Provincia, il cantiere di San Nicolò che non parte mai, il collaudo degli ascensori del Palazzo della Ragione inspiegabilmente sempre rimandato, la palestra di Fiera Catena di certo non pronta se si aprisse a breve la scuola adiacente.
Solo i lavori affidati interamente alla TEA arrivano a termine con risultati accettabili, salvo corso Vittorio Emanuele dove, comunque, i nostri prodi dei Lavori pubblici hanno accettato soluzioni tecniche che rispettavano le necessità del fornitore, ma che hanno portato il manto stradale, in porfido, a condizioni deplorevoli dopo soltanto 4 o 5 anni di vita.
Sempre l’assessore ai Lavori pubblici annuncia, inoltre, la sistemazione del parcheggio nell’area dismessa dopo la demolizione della scuola “Kennedy”. Ma sembra essersi dimenticato che tale area è a 50 metri dall’ingresso principale di Palazzo Te.
Sembra strano che una Amministrazione che ha polemizzato con ferocia, al punto da farne spostare l’insediamento, la collocazione di un ipermercato che doveva sorgere a 6/700 metri dal retro della Villa di Giulio Romano comunque protetto dall’esedra e da un grande giardino, oggi parli di ristrutturare uno spazio a ridosso del fronte dello stesso palazzo senza prendere in considerazione una più ampia progettazione e sistemazione: tenendo presente che la continua espansione delle aree della piscina comunale hanno affogato il viale di ingresso dello storico edificio.
Inutile continuare a circondare la Villa con giardini e parcheggi in stile Gardaland, come se ci venissimo a trovare dinnanzi al palazzo delle fate.
Carlo Boninsegna