E si aggrega L’Occaso
Collezioni antiche. Da sballo. Anche per chi ama il moderno. Trapassato remoto coniugato ad hoc per Mantova.
Città antica (e vecchia). Sin troppo. Ma è il suo jolly. Arte, storia, cultura. Palazzi, musei, gallerie. Non sempre tutto coordinato. Si viaggia a singhiozzo. A seconda dell’aria che tira. Vedansi politiciamministratori-governanti.
Nasce il “Maca”. Tradotto in Mantova Collezioni Antiche.
Più che una stella nascente, una rilettura. Serviva la svolta. Recuperare le mura. Adeguare le sale. Inventariare.
“Maca”: titolazione che suona male. Nome non azzeccato. Castel Goffredo ha fatto meglio con “Mast”. Tant’è che gli si può abbinare “Paba”. Acronimo di Palazzi e Baia. Non uno scherzo.
Bensì un motivato simbolo. Sindaco e direttore della Fondazione Te fanno coppia fissa.
Hanno cominciato da principi colti. Come gemelli. Con la benedizione del già ministro della Cultura, Franceschini (PD). Quello Stefano Baia Curioni che, allora fresco vertice dell’oggi defunto Centro Te, già aveva buttato un occhio alle sepolte Collezioni.
Qualche idea di sviluppo sulle tracce dei suoi numerosi predecessori, da Erbesato ad A.Elkann in poi. Vani tentativi di sottrarre alle muffe i preziosi oggetti antichi. Ora la futuribile coppia “Paba” punta proprio su tali testimonianze per guadagnarsi un posto intellettualturistico in paradiso. Al duo si aggrega il direttore del Complesso di Palazzo Ducale, Stefano L’Occaso. Stringe rapporti di parentela tra Stato e Comune. Opere, tenute nascoste dai predecessori negli scantinati, che tornano al popolo. Mummia, reperti, marmi, oggetti: rughe che impreziosiscono la Mantova secolare. Ma che non le tolgono dal volto il velo di vecchiezza degli ultimi decenni.