DEBUTTA IL MUSEO “MACA” CON LO STRAORDINARIO REPERTO
Tra gli oggetti delle Collezioni esposti c’è il cadavere imbalsamato di un uomo che risale a quasi 3000 anni fa.
Simbolo di una Mantova oggi vecchia che guarda al domani puntando sull’antichità.
Quattro sezioni che riuniscono preziosi reperti
Progetto che il Comune aveva avviato nel 2019
Prestigioso edificio in cui trovare pagine di storia
Si allarga il percorso. Diventa più completo e coordinato. Così nasce il Museo “Maca – Mantova Collezioni Antiche”. Ristrutturate le sale dello storico Palazzo San Sebastiano, oggi il patrimonio delle Collezioni comunali si propone in una veste più razionale. Così il pubblico può viaggiare nel tempo attraverso diverse sezioni.
L’Amministrazione comunale di Mantova è impegnata dal 2019 nel progetto di riordino museologico e museografico delle proprie Collezioni nelle sedi di Palazzo Te, Palazzo San Sebastiano, Tempio di Leon Battista Alberti.
Dopo la presentazione del nuovo allestimento del Tempio avvenuta lo scorso giugno è ora il momento di scoprire le novità che accompagnano la riapertura di Palazzo San Sebastiano.
Il “Maca” ospitato nell’edificio in Largo XXIV Maggio, dopo alcuni interventi di restauro presenta infatti un particolare ordinamento museale: Francesco II, Vespasiano Gonzaga, Giuseppe Acerbi e Ugo Sissa sono i quattro protagonisti del “Maca” che hanno contribuito attraverso i secoli a formare il patrimonio culturale della città. I Trionfi di Francesco II Gonzaga, Vespasiano Gonzaga e la sua raffinata raccolta di antichità, Giuseppe Acerbi e Ugo Sissa con le loro Collezioni egiziana e mesopotamica compongono i quattro itinerari del museo. Le vicende collezionistiche hanno seguito percorsi diversi ma le opere, per vicende storiche o per donazione volontaria, sono tutte confluite al patrimonio cittadino.
Per questa ragione è stata scelta come nuova denominazione del museo civico Maca – Mantova Collezioni Antiche.
Per anni a Palazzo Te si è cercato di dare organicità alle Collezioni antiche senza esito. Ecco i cataloghi per cui si sono spesi migliaia di lire ed euro: dal 1983 passando per il 1987 e il 2000 e sino al 2008. Tutto grazie (?) a un ventaglio di Conservatori, Presidenti, Segretari, Collaboratori…
Il pianoterra del museo è dedicato a Francesco II Gonzaga, il committente di Palazzo San Sebastiano, mentre la Sala dei Trionfi ospita la statuaria greco-romana di Vespasiano Gonzaga e le nuove sezioni Egiziana, Araba e Mesopotamica, con approfondimenti dedicati ai relativi collezionisti.
Il progetto è stato reso possibile grazie a due importanti accordi. Il primo consiste nella convenzione con Bologna Musei (Museo Archeologico di Bologna) per la costituzione del progetto scientifico delle sezioni Acerbi e Sissa, successivamente estesa alla condivisione di opere di restauro dei reperti in deposito concessi in prestito a lungo termine.
Il secondo accordo, più recente, è quello pluriennale stretto con Palazzo Ducale per definire una strategia comune per disciplinare la gestione e la collocazione delle collezioni del Comune di Mantova e delle Collezioni della Reggia in modo armonico e condiviso.
Questa fase ha arricchito e integrato il materiale esposto al “Maca”.
All’inaugurazione del Museo con un complessivo riallestimento, nuove opere e riorganizzazione degli spazi, sono intervenuti il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, la direttrice dei Musei Civici Veronica Ghizzi, i curatori e i partner.
Gli interventi più significativi da parte del settore Lavori pubblici del Comune di Mantova sono stati realizzati per:
- Efficientamento e potenziamento impianto di climatizzazione di Palazzo di San Sebastiano
- Copertura Palazzo e palazzina annessa, nuove lattonerie e restauro Sala Fiammelle, predisposizione nuovo deposito blindato con un raffinato sistema antintrusione
- Manutenzione facciata settentrionale e loggiato, lavori
edili interni per apertura nuovo accesso e tamponatura vecchio, consolidamenti e pulitura decorazioni.
Nel complesso (dal 2019 al 2022) i lavori sono consistiti in un investimento di 1milione e 200mila euro. Il progetto espositivo dell’allestimento, oltre la fornitura degli apparati, è stato coperto grazie a un contributo della Fondazione Bam di 400mila euro. I lavori di restauro e manutenzione conservativa del Palazzo per un totale di 450mila euro sono stati parzialmente coperti dai fondi di Regione Lombardia e del Ministero dell’Interno (300mila euro). Inoltre, si è potuto attingere ad un fondo di finanziamento del MiC per il ristoro dei Musei civici chiusi durante la pandemia di 229.653 euro. Le restanti risorse sono state coperte e distribuite sul bilancio pluriennale dell’amministrazione.